E’ qui alla fine che t’ho imparato.
Come si imparano le ruote e i fiori del giardino. Come si imparano le vocali e il sapore del caffé. Come si imparano gli occhi e la morte.
Come si impara a essere uomini.
Ti ho imparato là dove vai a morirti. In mare.
Dove ti sbiadisci i passi d’asfalto per farti bianca di granelli.
L’ho segnato sulla parola “fine”:
che lo stesso cielo è un tumulto ingombro di lividi. O un bacio impresso a fuoco.
E’ lo stesso.
Dipende da dove guardi.
Foto per gentile concessione del mio totalmente ignaro migliore amico. E tanti cazzi.