E, se qualcuno me lo domandasse, risponderei che io non scrivo.
Mi arrampico tra le parole.
Le scalo come vette aguzze e inaccessibili, se non per attimi di illusione comunicativa.
Preferisco sbriciolarmi le dita come farina da impastare lungo la via del non detto.
Preferisco consumarmi le nocche contro i muri grezzi dei silenzi e delle esclamazioni afone.
Non amo chi mi segue camminandomi sui talloni.